GALLERIA

A partire dal Custodiato di Giuseppe Brogi (1766-1772) l’Arcadia iniziò a raccogliere i ritratti dei suoi soci più illustri. Negli anni successivi la Galleria si arricchì di numerose tele, in parte commissionate o acquisite dall’istituzione e in parte donate dai soci o dai loro eredi. Dopo i rivolgimenti politici della prima metà dell’Ottocento, nel corso dei quali andarono dispersi alcuni ritratti, le nuove acquisizioni divennero sempre più rare, fin quando nel 1956 la raccolta, costituita da 195 tele e due busti, passò in deposito al Museo di Roma a Palazzo Braschi, dove ancor oggi è conservata, con l’eccezione dei 18 ritratti che dal 1940 ornano il vestibolo della Biblioteca Angelica.

La Galleria dell’Arcadia ha un prevalente interesse storico-culturale, ma annovera anche alcuni ritratti di pregevole qualità artistica, dal doge Cambiaso di Anton von Maron all’Alfieri di Antonio Gualdi. Un nucleo caratteristico è rappresentato dai ritratti dipinti da Vincenzo Milone, fra cui quelli di Gian Vincenzo Gravina, Pietro Verri e Isaac Newton. Di rara bellezza e significativa importanza è inoltre il ritratto di Faustina Maratti, figlia del celebre pittore Carlo. La tela rappresenta ad oggi l’unica testimonianza pittorica esistente del volto della giovane donna, come dimostra il confronto con alcuni disegni a firma di Andrea Procaccini (e Carlo Maratti) che la vedova di Procaccini nel 1775 vendette alla Real Academia de Bellas Artes de San Fernando di Madrid. I disegni mostrano Faustina sia come bambina sia come adolescente e giovane donna e presentano una tale somiglianza fisiognomica con il quadro dell’Arcadia da non lasciare dubbi sull’identità del personaggio.

Al di là delle singole opere, la raccolta è di fatto un unicum nel panorama artistico romano, perché offre la rara opportunità di poter coniugare alle notizie storiche riferite ai personaggi ritratti una serie di volti che, visti da vicino, consentono di cogliere lo spirito che ne animò gli sforzi in campo letterario, scientifico o filosofico, come se potessimo ascoltarne la voce.

La storia della raccolta, per quanto documentata da tre elenchi redatti nel tempo – a partire da quello stilato nel 1824 alla morte del Custode Luigi Godard –, appare ancora piuttosto frammentaria, anche perché all’interno degli elenchi i numeri progressivi non corrispondono.

La Galleria dell’Arcadia è inserita nel Catalogo dei beni culturali di Roma Capitale.