Addio a William Spaggiari

19 ottobre 2024

William Spaggiari, annoverato in Arcadia nel 2021 con il nome di Polianzio Dorico, si è spento a Bellinzona il 19 ottobre 2024. Nato a Reggio Emilia il 16 marzo 1948, Spaggiari ha insegnato Letteratura italiana nelle Università di Parma (1972-2004) e di Milano (2005-2018). Presso l’Ateneo lombardo ha guidato il Comitato scientifico de «Il Filarete. Collana di testi e studi della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano» (2008-2013).

Durante la sua carriera, Spaggiari ha offerto un contributo rilevante agli studi di Italianistica, soprattutto di ambito sette e ottocentesco, distinguendosi per la centralità assegnata al commento ai testi, che gli derivava dal magistero di Roberto Tissoni e che è stata da lui trasmessa con generosità alle sue allieve e ai suoi allievi. Le indagini storico-critiche condotte da Spaggiari si sono caratterizzate per l’attenzione all’accertamento filologico e all’analisi del dato documentario, delle fonti e delle reti intertestuali, delle vicissitudini compositive e editoriali, dei modi e tempi della fortuna di autori e opere.

A questa metodologia posta al servizio dei testi rispondono i suoi molteplici lavori (oltre duecento pubblicazioni), fra i quali si ricordano le edizioni critiche e commentate di scritti di Francesco Algarotti (Saggio sopra la pittura, 2000; Viaggi di Russia, 1991 e 2012, III ed.), Pietro Giordani (Frammento inedito. Il peccato impossibile, 1838, 1985 e 2002, II ed.) e Giacomo Leopardi (Lettere agli amici di Toscana, 1990). La familiarità con l’opera di Giosuè Carducci si è tradotta in numerosi saggi critici, nonché nella edizione delle Poesie (Milano, Feltrinelli, 2007 e 2018, III ed.) e nella monografia Carducci. Letteratura e storia (2014).

Le connessioni fra lettere, storia, politica, geografia e scienze contraddistinguono i suoi volumi che abbracciano vicende culturali fra il primo Settecento e l’età della Restaurazione (ad esempio, L’armonico tremore. Cultura settentrionale dall’Arcadia all’età napoleonica, 1990; Il ritorno di Astrea. Civiltà letteraria della Restaurazione, 1990; L’eremita degli Appennini. Leopardi e altri studi di primo Ottocento, 2000), non senza aperture ad altri secoli (Geografie letterarie. Da Dante a Tabucchi, 2015).

La sua attività si è inoltre segnalata per le tante relazioni tenute a Convegni in Italia e all’estero, e per la partecipazione a comitati scientifici di riviste, collane, centri e progetti di ricerca, edizioni nazionali. Piace ricordare che ha collaborato alla istituzione della Classe di Italianistica dell’Accademia Ambrosiana (Milano), e che è stato membro dell’Istituto Lombardo – Accademia di Scienze e Lettere (Milano), direttore della collana «Palinsesti. Testi e studi di letteratura italiana» (Milano, Led) e condirettore della rivista «Studi e problemi di critica testuale». Gratitudine e riconoscenza si devono al suo magistero e allo spessore scientifico della sua produzione, costruita e coltivata con passione e rigore.

Stefania Baragetti

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