Addio a Gennaro Savarese
6 giugno 2022
Il 6 giugno 2022 è scomparso a Roma Gennaro Savarese, Socio ordinario dell’Accademia dell’Arcadia dal 28 ottobre 2011 con il nome di Ismeride Falesio. Era nato a Solofra, in Irpinia, nel 1924 e aveva studiato all’Università di Napoli Federico II, laureandosi in Letteratura latina con Francesco Arnaldi. Aveva insegnato per molti anni al liceo «Colletta» di Avellino, dove era stato studente, e a Roma era diventato tra i primi collaboratori di Walter Binni e di Carlo Muscetta. Alla fine degli anni Sessanta era diventato Professore ordinario di Letteratura italiana nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università «La Sapienza», dove aveva svolto la sua attività di docente fino al 1996, ma negli anni successivi non aveva mai abbandonato la passione e la dedizione per l’insegnamento, testimoniate dai tanti suoi allievi e amici. Le ricerche di Savarese sono state indirizzate a un arco molto ampio della letteratura italiana, dal Trecento al Novecento, con particolare attenzione a Dante, Ariosto, Parini, Genovesi, Leopardi, De Sanctis, Saba. Hanno fatto luce anche su campi poco esplorati dalla critica e su autori meno noti del nostro Cinquecento, che lo studioso ha indagato con sicuro metodo iconologico, ricostruendo per primo la tradizione della Letteratura delle immagini e affermandosi in Italia come un maestro di iconologia letteraria. Savarese ha ribadito lungo l’intero arco cronologico del suo percorso critico l’importanza del linguaggio figurativo per la comprensione della cultura e della poetica di uno scrittore, avanzando l’ipotesi che ad ogni epoca storica appartenga un proprio orizzonte iconico, una koinè del linguaggio delle immagini, da prendere in considerazione alla stregua di tutti gli altri elementi costitutivi di un testo letterario. Muovendo da un’inchiesta sulle fonti umanistiche dell’Orlando furioso, egli è arrivato a svelare alcune implicazioni insospettate della cultura e dell’opera di Parini (autore dei Programmi di Belle Arti e dei Soggetti e appunti per pitture decorative), così anche di Alfieri e di Foscolo, fino a chiarire le componenti “lessinghiane” del pensiero di De Sanctis, senza trascurare i nessi tra il discorso critico di Carducci e la letteratura artistica. La legittimità di un’indagine sulla cultura figurativa di Leopardi, insieme alla possibilità di aprire anche per il poeta recanatese un capitolo intitolato al problema delle “arti sorelle” e dell’ut pictura poesis, è stato uno dei punti cardine dei suoi studi, che lo hanno condotto a un’interpretazione insuperata dei Paralipomeni come testo di istruzioni al vignettista, “libretto” per la grafica satirica. Per il suo alto profilo di studioso, il 29 giugno 2018 Gennaro Savarese aveva ricevuto il premio «Giacomo Leopardi» a Recanati.
Chiara Cassiani