Addio a Eugenio Ragni

21 giugno 2023

L’Accademia deve oggi salutare il suo Eudonte Coricio: era questo il nome arcadico di Eugenio Ragni, socio corrispondente dal 14 febbraio 1989, socio ordinario dal 17 giugno del 2004, e poi membro del Savio Collegio in qualità di Tesoriere dal 2008.

Era nato a Reggio Emilia nel 1933, ma si era presto trasferito con la famiglia a Roma, dove si laureò nel 1956 con Angelo Monteverdi: fu proprio Eugenio a ricevere dal maestro una prima donazione di volumi da catalogare e sistemare negli scaffali di quella che sarebbe diventata, appunto, la Biblioteca “Angelo Monteverdi” dell’Università “La Sapienza” di Roma. Fu assistente volontario di Aurelio Roncaglia presso la cattedra di Filologia romanza (1956-1960 e 1962-1964), conseguendo nel frattempo la Licence libre en philologie romane all’Université de Bordeaux (1958). Dopo un periodo come docente nelle scuole secondarie (1963-1967), vinse il concorso come assistente di Giorgio Petrocchi presso l’allora Facoltà di Magistero. Ha insegnato presso l’Università di Lecce del 1974 al 1977, poi di nuovo a Roma dal 1977 al 1982, divenendo infine professore di Letteratura italiana presso l’Università di Roma Tre dal 1982 al 2001.

Presenza costante della vita accademica romana e non solo, Ragni è stato socio ordinario e membro della Giunta direttiva dell’Istituto Nazionale di Studi Romani, socio fondatore e membro di Giunta del Centro Studi “Giuseppe Gioacchino Belli”, socio e membro del Consiglio scientifico del “Centro Pio Rajna”, membro del Comitato scientifico per l’Edizione Nazionale dei Commenti danteschi, socio corrispondente dell’Accademia Torricelliana di Faenza, socio del Gruppo dei Romanisti, membro del Consiglio direttivo della Casa di Dante in Roma.

Ricordiamo qui soprattutto i suoi studi sull’Alighieri: fu tra i redattori dell’Enciclopedia dantesca, ha tenuto numerose lezioni alla Casa di Dante e per molti anni è stato conferenziere unico della Lectura Dantis della Fondazione Besso di Roma. Ma ricordiamo anche la sua edizione delle Novelle del Firenzuola (Roma, Salerno Editrice, 1971), le numerose “letture belliane”, la curatela dei due volumi dei Racconti di Oriani (Roma, Salerno Editrice, 1977), gli studi su autori novecenteschi quali Francesco Jovine (Firenze, La Nuova Italia, 1972), Bernari (Invito alla lettura di Bernari, Milano, Mursia, 1978), i capitoli sui prosatori del XX secolo della Storia della letteratura italiana della Salerno Editrice (vol. IX, 2000).

Ma ne vogliamo soprattutto ricordare lo spirito sempre conciliante e gentile, l’innata bontà, la sensibilità e la delicatezza, l’umana socievolezza che era capace di portare come dono a tutti coloro che avevano occasione di incontrarlo. Lo vogliamo ricordare con un sorriso ripensando a tutte le occasioni nelle quali ha dimostrato di essere uno studioso di umane lettere capace di non perdere l’affetto per gli esseri umani che lo circondavano.

Massimiliano Malavasi

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