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25 dicembre 2023

Carissime e carissimi,
il Natale è in Arcadia la festa più grande, anzi la «Festa Tutelare», da sempre celebrata con offerte di versi. Quest’anno vi propongo di ascoltare Petronilla Paolini, annoverata nel 1697 col nome di Fidalma Partenide, in un sonetto recitato alla Cancelleria Apostolica il 4 gennaio 1713 (la celebrazione della festa avveniva sempre alcuni giorni dopo il 25). La dolce immagine del Bambino dormiente e l’invito agli elementi perché non ne turbino il sonno erano canonici, ma Fidalma riesce ad infondervi la sensibilità di una donna che era stata madre di tre figli, uno dei quali morto ancora adolescente. La natura può fermarsi, l’interiorità umana no, neppure di fronte ad una scena di miracolosa serenità, ma l’adulto, pur col suo carico di drammi e sensi di colpa, non può infrangere la quiete di una creatura minima, nel cui sonno apparente traspare il mistero di una vita offerta per amore all’intera umanità. È invece quella quiete che può comunicarsi per un momento a lui, e come Fidalma sembra poter ritrovare la pace interiore nella contemplazione di quel «dolce sonno», così io vi auguro di trascorrere un Natale di sereno raccoglimento e di caldi affetti, un Natale in cui, almeno in Arcadia e nelle vostre case, possa regnare una perfetta pace.

Agesia Beleminio

 

Il sonno del Bambino Gesù

Or che tien chiusi i lumi in dolce obblio
il Fanciullo divin, tacete, o venti,
e voi fermate il corso, o chiari argenti,
benché v’incalzi tra le sponde il rio.

Vorrei fermare i miei sospiri anch’io,
se fosser, come voi siete, innocenti,
ma di pentito cor l’aure dolenti
non turban la quiete al nato Dio,

ch’egli dormendo ancor, l’alto amoroso
pensier ravvolge, per disegno e norma
della grand’opra onde avrem noi riposo.

Oh dolce sonno, che per l’Uom riforma
l’antico male! ahi ch’il Bambin pietoso
veglia a dar vita al Mondo, e par che dorma.

(Rime degli Arcadi, I, Roma, Antonio de’ Rossi, 1716, p. 168)

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