Un incontro di (quasi) fine Cinquecento: Piero Vettori e Francesco Maria II Della Rovere
VANNI BRAMANTI
Nel penultimo decennio del Cinquecento si sviluppò un particolare rapporto epistolare tra l’anziano filologo Piero Vettori e il duca Francesco Maria II Della Rovere, che già si erano incontrati nel 1578 alla corte di Toscana. Due gli aspetti fondamentali di questo carteggio: in primo luogo, il comune interesse per il mondo delle piante, delle quali Vettori era un esperto conoscitore e sperimentatore, come attestato dai diversi campioni inviati da Firenze a Urbino; in secondo luogo, lo studio dei classici, che per Vettori era un mestiere che lo aveva occupato per l’intera esistenza, e per il duca, eminente bibliofilo, una costante passione. Molti e significativi gli argomenti trattati, dalle questioni relative al De verborum significatione di Festo all’ultima impresa di Vettori, l’edizione dell’Etica nicomachea di Aristotele, tradotta in latino e commentata, con dedica al medesimo duca. In appendice, sei lettere inedite di Vettori a Francesco Maria II, insieme alla dedicatoria dell’Etica.
Parole chiave: Piero Vettori; Francesco Maria II Della Rovere; Carteggi; Classici; Studio delle piante; Bibliofilia; De verborum significatione di Festo; Etica nicomachea; Aristotele.
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An encounter in the late sixteenth century: Piero Vettori and Francesco Maria II Della Rovere
Towards the end of the sixteenth century a peculiar epistolary relationship developed between the already aged philologist Pietro Vettori and the Duke Francesco Maria II Della Rovere, who first met in 1578 at the court of Tuscany. Two noteworthy aspects emerge from this correspondence: first, their shared interest for the world of plants, of which Vettori was a connoisseur and experimenter, as proven by the large amount of specimens he sent to the Duke from Florence to Urbino; second, the study of classics, which Vettori cultivated as a lifelong occupation, and the Duke, a distinguished bibliophile himself, cherished as an unwavering passion. The matters they discussed were varied and substantial, ranging from Festus’s De Verborum Significatione to the last of Vettori’s endeavours, namely the edition of Aristotle’s Nicomachean Ethics, which he translated into Latin, annotated, and provided with an inscription to the Duke. Six previously unpublished letters written by Vettori to Francesco Maria II are included in the appendix, as well as the inscription in the Ethics.
Keywords: Piero Vettori; Francesco Maria II Della Rovere; Correspondence; Plant Studies; Classical Studies; Bibliophily; Festus’s De verborum significatione; Aristotele’s Etica nicomachea.