Addio a Luca Serianni

21 luglio 2022          

La scomparsa improvvisa di Luca Serianni – accademico dal 1991 con il nome pastorale di Virbindo Climenio e membro del Savio Collegio – sottrae all’Arcadia e alla comunità scientifica italiana e internazionale un maestro, rispettato e amato, degli studi di storia della lingua italiana. Serianni era accademico della Crusca e dei Lincei, vicepresidente della Società Dante Alighieri, direttore di riviste prestigiose, animatore di progetti e di iniziative scientifiche e didattiche di primo livello.

Nato a Roma nel 1947 e vissuto a Ostia, dove accoglieva con generosità studiosi, amici e allievi in una feconda conversazione intellettuale e umana, si era formato alla scuola di Arrigo Castellani, di cui è stato allievo prediletto. Lungo un percorso di ricerca precoce e ricchissimo, Luca Serianni ha posato il suo sguardo acuto, con sapienza profonda e rigore di metodo su tutti i territori della linguistica italiana, dall’edizione di testi antichi e moderni all’esegesi dantesca, dalla storia di singoli autori e di movimenti culturali a profili complessivi di intere epoche storiche, densissimi e sempre illuminati con eccezionale chiarezza in ogni dettaglio. Tra i molti punti di riferimento per la disciplina che si devono al suo magistero, i tre volumi della Storia della lingua italiana curati insieme a Pietro Trifone tra il 1992 e il 1994 e La lingua poetica italiana. Grammatica e testi (2009). Dovunque si esercitasse la sua raffinata intelligenza, dal prosatore minore al poeta sublime, dal singolo fenomeno grammaticale o lessicale al manuale universitario, lasciava sempre a chi lo leggeva o lo ascoltava intuizioni originali, suggeriva percorsi inattesi, insegnava entusiasmando.

Chi ha avuto la fortuna di averlo come docente, prima alle università di Siena, L’Aquila e Messina, poi fino a pochi anni fa alla Sapienza di Roma, ha ammirato la sicurezza della parola e del tratto e la passione per la materia, ma anche la dedizione agli studenti, che sapeva ascoltare con paterna indulgenza e orientare con fermezza e insieme con rispetto intellettuale; un esempio di sensibilità, di spirito civile e di servizio per lo Stato svolto con disciplina e onore. L’università e la scuola sono stati sempre al centro della sua attenzione, in innumerevoli lezioni e corsi, oltre che in analisi di prima mano sulla scrittura degli studenti. Anche il pubblico più largo ha apprezzato le sue non comuni doti di conferenziere e divulgatore: la sua Grammatica italiana (1988, poi più volte ristampata e arricchita) ha segnato una svolta nella descrizione della nostra lingua; ci sono poi stati la nuova edizione del dizionario Devoto-Oli, il manuale di scrittura (Italiani scritti, limato e perfezionato fino all’ultima edizione del 2012) e una fortunata grammatica per le scuole concepita insieme a Valeria Della Valle e a Giuseppe Patota; infine, nell’anno del settimo centenario dantesco, il volume Parola di Dante, frutto di un’antica fedeltà al sommo poeta. Non si contano i volumi di Luca Serianni nelle librerie delle famiglie italiane, strumenti preziosi e infallibili di formazione culturale; molte sue lezioni e partecipazioni a programmi radiotelevisivi si possono seguire – e sono seguitissime – nella Rete. Nell’antologia commentata Il verso giusto (2020) ha tracciato un personale sentiero di viaggio tra i versi di cento poesie italiane da Giacomo da Lentini a Enrico Testa, sempre tenendo in felice equilibrio leggerezza e dottrina: il sorriso di Beatrice e la saggezza di Virgilio.

Il Custode, il Procustode e il Savio Collegio di Arcadia, provati in pochi mesi dalla scomparsa di amiche e amici carissimi, piangono in Luca Serianni una guida e un amico sempre presente e generoso. Ancora incapaci di credere che non potranno più ascoltare la sua voce affettuosa, lo salutano con commossa gratitudine.

Riccardo Gualdo

 

 

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